>>212143983iutatemi!!! Dipende dai turni, ma ogni tanto devo attaccare alle 7 e quindi prendo l’autobus alle 6 vicino casa per andare verso la metro. Nelle ultime mattinate c’era un signore che arrivava alla fermata e mi diceva semplicemente “buongiorno”. Io, per educazione, rispondevo.
Alla terza mattina mi siedo e lui si siede accanto a me, però col corridoio dell’autobus in mezzo. Mi guarda e mi dice: “Comunque hai degli occhi bellissimi.” Io, sempre per educazione, rispondo “grazie”, ma già lì mi dà un po’ fastidio.
Poi inizia a chiedermi perché scendo a quella fermata, visto che la metro da lì è più lontana a piedi. Gli dico che lo faccio per evitare i semafori.
Mentre scendo gli faccio “arrivederci” e lui: “Ci provo anche io a prenderla qui oggi.” A quel punto inizio a stranirmi. Gli dico “devo correre, arrivederci” e lui risponde: “Vabbè riesco a correre anche io.”
E continua a parlarmi mentre io cerco di allungare il passo. Ero assonnata, scocciata, e cominciavo seriamente a innervosirmi.
Arriviamo alla banchina e lui: “Io di solito aspetto qui.” Di nuovo, gli dico “arrivederci” e mi sposto, ma lui viene dove mi metto io.
Quando arriva la metro gli dico: “Uso questo tempo per studiare.” E lui: “Eh, lo fanno anche le mie amiche.”
A quel punto mi zittisco completamente. Fredda, occhi fissi sul telefono, senza mai alzare lo sguardo. Alla mia fermata gli faccio un “arrivederci” gelido e me ne vado.
Io ho 35 anni ma ne dimostro 10 di meno, lui avrà avuto 50-60 anni. Adesso mi sto chiedendo: – Devo cambiare strada e farmela a piedi (anche se mi scoccia)? – Oppure se succede di nuovo gli dico qualcosa?